Hai vinto i Tre Bicchieri? Ora devi pagare per potere comunicarlo!
Con la stagione dei premi e dei riconoscimenti ormai conclusa, per le cantine italiane è tempo di confrontarsi con un aspetto meno nobile, ma altrettanto inevitabile: gestire le chiamate e le mail da parte degli uffici commerciali dei gruppi editoriali delle guide vino. Se da un lato c’è la soddisfazione di un riconoscimento, dall’altro c’è la crescente pressione da queste figure per ottenere la partecipazione a degustazioni, eventi e roadshow con inviti insistenti che sembrano non avere altro scopo se non quello di assicurarsi una “presenza” per mantenere in vita un settore sempre più in difficoltà. Presenza, chiaramente, non a titolo gratuito per la cantina stessa.
Le guide del vino, da sempre considerate uno strumento fondamentale per orientare produttori e consumatori, stanno attraversando un periodo di grande sofferenza. Le vendite calano, le copie giacciono invendute sugli scaffali delle librerie, e non sorprende che si cerchino nuove strade per garantire un flusso di entrate. Una delle trovate più recenti in questo campo è quella del Gambero Rosso e del suo prestigioso premio Tre Bicchieri.
Non è sufficiente assegnare un premio. Oggi, per garantire l’esistenza di una guida, si è passati alla commercializzazione di gadget per le cantine premiate. Tra eventi, degustazioni e masterclass, ora si aggiunge anche la vendita di targhette personalizzate. Sì, avete capito bene. Se il vostro vino ha ricevuto l’ambito riconoscimento dei Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, ora potete acquistare un “Kit Tre Bicchieri Guida Vini d’Italia 2025”. E il prezzo? Solamente 1464 euro. Ma come è stata calcolata questa cifra? La risposta resta un mistero, ma il contenuto del pacchetto è descritto in modo chiaro.
Il kit si presenta come un’offerta “imperdibile”: per la prima volta, sarà disponibile una targa personalizzata con il nome della cantina e del vino premiato, pronta per essere esposta in azienda, e un set di bollini grafici con il logo ufficiale dei Tre Bicchieri da apporre sulle bottiglie del vino premiato. E fin qui, tutto sembra normale, quasi ovvio per chi vuole mostrare con orgoglio il prestigioso riconoscimento. Tuttavia, la commercializzazione di questo “onore” è seguita da un lungo elenco di restrizioni e specifiche tecniche. Il Gambero Rosso chiarisce come il bollino personalizzato potrà essere utilizzato esclusivamente sulle bottiglie del vino premiato e fin qui il discorso è pacifico. Grafica e dimensioni dovranno corrispondere esattamente a quanto inviato dal Gambero stesso, e ogni utilizzo improprio del bollino costituirà una violazione dei diritti della testata. Giova ricordare come queste specifiche fossero già incluse nelle comunicazioni degli anni passati quando la grafica dei bollini era fornita gratuitamente e così è stato fino all’edizione 2024 della guida.
In una comunicazione inviata alle cantine premiate, il Gambero Rosso ha ribadito che l’uso scorretto del bollino sarà punito. Non solo: nelle attività di comunicazione, sia online che offline, sarà obbligatorio utilizzare esclusivamente i bollini ufficiali forniti dalla guida, con tanto di avviso scritto in grassetto e sottolineato: “L’apposizione del bollino con modalità difformi costituisce violazione dei diritti di Gambero Rosso spa”. Tutto ciò, però, pare avere suscitato parecchi mal di pancia ai produttori premiati perché in definitiva viene detto alle cantine “Complimenti, hai vinto i Tre Bicchieri, però se vuoi comunicarlo ora devi pagare per poterlo dire”.
Quello che emerge chiaramente è la completa trasformazione delle guide da strumento informativo a prodotto commerciale a tutto tondo. L’enorme enfasi posta sulla vendita di bollini, targhette e partecipazioni a eventi suggerisce una crisi profonda, quella di un settore che fatica a sostenersi con le sole vendite editoriali. E se il calo nelle vendite delle copie è evidente, ci si potrebbe legittimamente chiedere: perché?
È inevitabile chiedersi quale sia il vero valore di questi bollini e targhette, e soprattutto a chi servano realmente. Alle cantine, per legittimare un successo ottenuto? Al pubblico, per orientarsi tra mille etichette? O piuttosto alle stesse guide, per trovare nuovi modi di sopravvivere in un mercato editoriale ampiamente in declino? Lungi dall’essere una semplice questione di riconoscimento, il sistema delle guide enologiche è ormai diventato una vera e propria impresa commerciale, dove ogni pezzo di prestigio ha un prezzo ben definito. E mentre le cantine si trovano a decidere se investire in targhette e bollini, il pubblico osserva, forse con un po’ di sconcerto e scetticismo.