Gambero Ro$$o, sulla pubblicità manca ancora la trasparenza
Tutto cambia, nulla si può fermare, cambiano i regni, le stagioni, i presidenti. Ma c’è qualcosa che resiste nel tempo: la necessità di mantenere a galla imprese editoriali con le più disparate iniziative pubblicitarie. Un’arte ben conosciuta a Roma in via Ottavio Gasparri 13, sede del Gambero Rosso. La testata è stata travolta da una girandola di cambiamenti negli ultimi mesi, con l’uscita di scena di Marco Mensurati e la promozione di Lorenzo Ruggeri e del tandem Valentina Marino-Annalisa Zordan rispettivamente alla direzione della testata e della Guida Ristoranti.
Eppure, sembra che i metodi per gestire la raccolta pubblicitaria siano rimasti immutati. Un esempio eloquente è una comunicazione del 10 luglio inviata a diverse cantine italiane riguardo lo speciale estivo di ‘Tre Bicchieri’, il settimanale in Pdf del Gambero Rosso dedicato all’analisi e all’approfondimento.
Si legge nel documento: “Per accompagnare l’arrivo della bella stagione, Gambero Rosso editerà nel mese di agosto un numero speciale del settimanale Tre Bicchieri interamente dedicato ai Vini dell’estate, quei vini perfetti da bere anche nei mesi più caldi: dalle immancabili bollicine, ai sempre più vivaci rosati, ai freschissimi bianchi fino ad arrivare ai rossi più giovani. A corredo del numero del Tre Bicchieri, ci saranno analisi dei consumi e interviste a sommelier o enoteche per raccontare al meglio anche l’opinione degli esperti del settore”.
Ma ecco il colpo di scena: la nota inviata dall’ufficio di via Ottavio Gasparri prosegue invitando il destinatario a essere protagonista di questa pubblicazione con uno ‘Speciale Articolo’ di due pagine interamente dedicato alla cantina: “Un nostro esperto della redazione intervisterà un rappresentante dell’azienda (da definire) per raccontare la storia e la filosofia aziendale, con focus su una vostra referenza con qualche cenno interessante sui possibili abbinamenti in vista della stagione estiva”.
La richiesta? 2000€ più IVA.
Curiosamente, non si menziona da nessuna parte come questa iniziativa si configuri a tutti gli effetti come pubblicità. Non c’è nemmeno un accenno ai rigidi confini che dovrebbero separare il contenuto giornalistico da quello commerciale, detto anche “pubbliredazionale”, che in teoria dovrebbe essere chiaramente segnalato per evitare di confondere il lettore.
E non è certo la prima volta che il Gambero Rosso si trova al centro di simili polemiche: già nel 2021 si era discusso di iniziative pubblicitarie dai contorni nebulosi in termini di opportunità e conflitti di interesse. Sembra proprio che nulla sia cambiato, con conseguenze non esattamente positive per la credibilità e la reputazione della testata stessa.